Guarda davanti a te. Guarda a destra e a sinistra, poi voltati. Cosa vedi? Due colori, tanti sorrisi, altrettanta tensione. E cosa senti? Un cuore solo che batte in quell’ organismo unico che diventa la contrada quando scende in Buca. Se dovessimo fare un elettrocardiogramma di questo cuore, verrebbero fuori dei risultati probabilmente preoccupanti: ma tant’è, possiamo pur stare un giorno senza respirare, col cuore che batte al ritmo degli zoccoli dei cavalli o dei richiami del mossiere. E’ una fatica? Sì. Fareste a cambio con qualcosa di più rilassante? Se amate il Palio, la risposta è ovviamente no. Tutti andiamo su quel ciglione con un sogno che ci accomuna ma indipendentemente da questo ciò che ci contraddistingue è la fortuna di sentirci un tutt’uno. Perché il Palio non si può clonare, così come i sentimenti – belli o brutti ma terribilmente intensi – che regala. Può andar bene, può andare male. Però tutti ci ricorderemo con chi avremo vissuto quei momenti, con chi avremo maledetto il destino o chi avremo abbracciato per festeggiare.
Potrebbe essere tuo padre, tuo figlio, tua madre, l’amico di una vita o una persona che vedi soltanto per quei quattro giorni di Palio. Ma non importa, perché chiunque sia il suo cuore gialloviola batterà all’unisono col tuo. Ascolta come mi batte forte il tuo cuore, diceva una poetessa polacca.
Ed il Palio è tutto qui, cuori che battono e cuori che si ascoltano.
Buon Palio a tutti noi!
La Contrada Le Botteghe